La sensazione più forte del viaggio la percepisci nel percorso Conakry-Labé e viceversa. Ogni volta che la missione va a Labé nasce poi il confronto con gli altri viaggi di quante ore, quanti intoppi meccanici, quante situazioni incredibili abbiano reso indimenticabile quei 400 kilometri di strade sterrate, asfalti divorati da buche, ingorghi, cantieri senza fine.
A noi questa volta é capitato un rientro pomeridiano con un lungo tratto notturno, che ha trasformato l’inimmaginabile in realtà. Qualche segno della croce propiziatorio e qualche frammento di notiziari italiani catturato con la connessione internet del telefonino di tanto in tanto distoglievano il pensiero… e il disagio passava in secondo piano.
Non è mancato neanche il guasto meccanico: fortunatamente dopo soli 40 minuti di strada la seconda macchina si è fermata per problemi agli ammortizzatori. Salvati dopo un’ora da un cambio auto dell’Università siamo ripartiti alla volta di Conakry.
Ma la fortuna ci ha un po’ assisititi, perché la sosta è casualmente avvenuta davanti un edificio , che abbiamo scoperto essere una sorta di discoteca o villaggio vacanza. A bordo piscina ci siamo regalati una buona bibita fredda ed abbiamo aspettato all’ombra degli alberi il risolversi dell’inconveniente.
Visto il ritardo sulla road map del rientro abbiamo tirato dritto fino a Conakry senza cena, ma una doccia rinfrescante è stata forse più propizia… c’est la Guinée !